Accusati di aver costituito di un’associazione per delinquere allo scopo di far sbarcare cittadini albanesi clandestini nel Regno Unito.
Presso la Corte d’Assise del Tribunale di Roma, il pubblico ministero ha chiesto le condanne per decine di imputati accusati di aver favorito l’immigrazione clandestina di cittadini albanesi verso il Regno Unito. Il reato contestato più grave è quello dell’associazione per delinquere con l’aggravante della trans-nazionalità per fatti commessi in più Stati tra il luglio 2012 e il giugno 2014. Tra i luoghi dove l’accusa ritiene di aver accertato il reato c’è anche Latina.
Ad essere accusata una banda di albanesi e italiani, tra cui diversi pontini come il pregiudicato Manuel Ranieri, il 31enne già condannato con sentenza passato con il fratello Mirko e Ionut Adrian Ginca per l’omicidio del rumeno Nicolas Adrian Giuroiu commesso nel 2014, a Latina. A gennaio, Manuel Ranieri è stato assolto nel maxi processo antimafia contro il clan Travali, di cui era accusato di essere un affiliato.
Tra gli imputati c’è anche Graziano Grazioli, personaggio coinvolto nel processo per il sequestro di Giuroiu, poi estinto per mancanza di querela di parte. Grazioli, Ranieri, Agostin Lulaj (considerato come organizzatore e promotore del sodalizio), l’altro pontino e fratellastro dei Travali, Alessandro Anzovino e altri sono accusati non solo di aver procurato illegalmente i documenti per l’ingresso degli albanesi nel Regno Unito e in Irlanda, ma anche di averli falsificati. Un meccanismo che, spesso, si consumava in questo modo: denunciavano lo smarrimento delle loro carte d’identità italiane, cedute in realtà alla banda italo-albanese che le falsificava e permetteva agli immigrati clandestini di raggiungere la terra promessa come cittadini comunitari.
L’inchiesta, infatti, è stata chiamata dagli inquirenti con un nome esemplificativo “Il Sogno Inglese”. Un sogno realmente agognato a tal punto da commettere falsi a profusione.
Lulaj e altri sodali, una volta comperate le carte d’identità al gruppo dei pontini, le alteravano con la sostituzione delle fotografie dei reali titolari con quelle di cittadini albanesi. Questi ultimi, in questo modo, potevano sbarcare in Inghilterra illegalmente come cittadini italiani. Inoltre, tramite le false identità di Ranieri, Anzovino e altri come Gianluca Pistolesi (altro imputato), la banda comprava anche i biglietti aerei a loro nome per poi consegnarli ai clandestini.
Il pacchetto prevedeva anche che gli immigrati venissero accompagnati a Fiumicino per prendere l’aereo. Proprio nell’aeroporto romano, nel corso delle indagini, è stata arrestata una donna collusa con la banda, Michelina Senneca.
Un vero e proprio “business” che ha coinvolto quasi sessanta persone, molti dei quali accusati anche di falso in atto pubblico, avendo denunciato lo smarrimento dei documenti, in realtà venduti all’organizzazione. Era tutto un procacciare persone disposte a cedere le carte d’identità così da favorire l’immigrazione clandestina in cambio di denaro. A firmare l’inchiesta è stata il sostituto procuratore di Roma, Tiziana Cugino.
Oggi, 15 maggio, il pubblico ministero ha chiesto le condanne per tutti gli imputati. Dure le richieste di condanna per i pontini coinvolti: 12 anni di reclusione più 100mila euro di multa per Manuel Ranieri. 12 anni anche per Christian Lulaj (più 100mila euro di multa) e 13 per Miriam Lulaj.
7 anni per Mirco Dell’Onto (35 anni), Alessandro Anzovino (32 anni), Marco Carannante e Alessandro Riccio. 15, invece, sono gli anni di reclusione richiesti per Agostin Lulaj (60 anni), oltreché a una multa di 225mila euro, considerato il leader del sodalizio. Le richieste di condanna vanno da un minimo di 7 anni alla pena massimo di 15 anni.
Il collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati del Foro di Latina, Marco Nardecchia, Alessia Righi, Giancarlo Vitelli, Amleto Coronella e Moreno Gullì.