“IO VADO IN GALERA, MA TU VAI SOTTO TERRA”: 45ENNE CONDANNATO A 3 ANNI E 3 MESI PER MALTRATTAMENTI

28 Maggio 2025

Accusato di maltrattamenti in famiglia ai danni della compagna a Latina: concluso il processo in primo grado

3 anni e 3 mesi di reclusione. È questo l’esito dell’ultima udienza del processo per maltrattamenti in famiglia a carico di un 45enne di Latina, D.F. (le sue iniziali), difeso dall’avvocato Vincenzo Schiavone. A stabilire la condanna è stato il primo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana, al termine di una camera di consiglio durata una ventina di minuti. Il pubblico ministero Valentina Giammaria aveva chiesto una condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione, mentre la difesa aveva invocato l’assoluzione dell’uomo.

Il 45enne era stato raggiunto da un provvedimento di divieto di avvicinamento alla ex compagna. Successivamente, l’uomo si è visto applicare l’aggravamento della misura tramutata in carcerazione. Di seguito, il giudice per le indagini preliminari aveva accordato la misura meno afflittiva dei domiciliari, regime nel quale si trova tuttora l’uomo che, come stabilito dal Tribunale, avrà il permesso di recarsi sul luogo d lavoro.

L’uomo, come detto, era accusato di maltrattamenti contro la compagna convivente, tanto che, in un episodio “clou”, l’avrebbe minacciato con il coltello. I fatti si sono consumati l’anno scorso, 2024, a Borgo Podgora, all’interno dell’abitazione che l’imputato condivideva con la ex.

Nelle scorse udienze aveva testimoniato in aula una vicina di casa e una donna delle pulizie presso l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina. La vicina di casa, interrogata dal pubblico ministero Valerio De Luca, aveva spiegato di aver avuto delle confidenze dall’ex compagna dell’imputato, la quale le aveva riferito di essere stata minacciata dall’uomo: “Io vado in galera, ma tu vai sotto terra”. L’imputato avrebbe sospettato la donna di avere avuto un’altra relazione.

Il 45enne, al culmine di una lite con la donna, aveva tentato il suicidio. Ecco perché, trasportato all’ospedale, mentre era ricoverato, alla vista della compagna, le avrebbe lanciato contro un tavolino del nosocomio. Una circostanza su cui era stata chiamata a testimoniare la donna delle pulizie la quale, però, aveva spiegato di non aver visto l’atto violento.

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